ARCO, LA CITTÀ DI SEGANTINI


"Una possente catena di alte montagne rocciose, che precipitano scoscese e maestose, orla la riva settentrionale del Garda. Di sotto brillano i limpidi flutti di questo magnifico lago, le cui onde amichevoli lambiscono dolcemente le coste del Sud Tirolo presso Riva. Disegnando una linea fortemente arcuata, i monti si inoltrano profondamente nell'entroterra, facendosi incontro da entrambi i lati del lago, e venendo così a circoscrivere come per mezzo di un gigantesco anfiteatro una porzione di terra che un colle separa dal lago: per gli abbondanti oliveti, i gelsi e i fichi, le piante di mandorle e i cespugli di alloro, pare di trovarsi in un immenso parco meridionale. Graziose villette punteggiano di bianco il verde ora più chiaro ora più scuro della vegetazione. E là dove le chiare onde ghiacciate del Sarca impetuoso aggirano un colosso roccioso che sprofonda in verticale, incoronato da un castello diroccato, case e casupole si riuniscono in un abitato che si arrampica lievemente su per i pendii, come una colomba che, dopo aver smarrito la rotta, si rifugi nell'abbraccio della possente catena montuosa. Questa è Arco, il paese natale di Giovanni Segantini".

Franz Servaes, Giovanni Segantini. La sua vita e le sue opere, MAG, 2015

La prima biografia ufficiale di Giovanni Segantini, scritta da Franz Servaes nel 1902, si apre con la descrizione poetica di Arco, dove il pittore nacque il 15 gennaio 1858. Città dell'Impero austro-ungarico, che da lì a poco diventerà celebre come luogo di cura e meta privilegiata delle classi abbienti di tutta Europa grazie al suo clima mediterraneo, Arco fu il luogo scelto dalla famiglia Segantini per stabilirsi dopo un lungo peregrinare in Trentino. La casa natale di Segantini, oggi non più esistente, sorgeva presso il ponte sul fiume Sarca in prossimità di una delle porte cittadine ed era stata con tutta probabilità la casa dei gabellieri che controllavano l'ingresso delle merci in città.

Poco distante da questo luogo si trova la Galleria Civica G. Segantini, centro espositivo e di ricerca dedicato a Giovanni Segantini nell'ambito del progetto Segantini e Arco, realizzato in collaborazione con il Mart di Rovereto. Sede arcense del MAG, la Galleria Civica è ospitata al piano terra di Palazzo dei Panni, costituendo con l'annessa biblioteca civica B Emmert il principale polo culturale della città.

Edificato verso la fine del Seicento alle pendici del castello, Palazzo dei Panni fu un tempo proprietà della famiglia dei conti d’Arco, come si riconosce dallo stemma visibile sul portale di ingresso. Alla fine del Settecento il palazzo ospitò un lanificio, da cui il nome di Palazzo dei Panni, che offrì un importante occasione di lavoro e di riscatto sociale ed economico per la comunità locale. Nell’Ottocento e nel Novecento il palazzo ebbe destinazioni diverse (sede dei pompieri, asilo infantile, istituto di accoglienza per bambini abbandonati, teatro), fino all'epoca fascista quando divenne Palazzo del Littori. Negli anni più recenti ospitò una scuola professionale e la scuola media, fino agli anni Sessanta quando il palazzo divenne sede della biblioteca e a seguire della Galleria Civica.

Dall'architettura maestosa e rigorosa insieme, Palazzo dei Panni si apre da un lato su via Segantini, principale via del centro storico di Arco, dall'altro su un cortile interno dal quale si può ammirare, accanto al bel panorama delle montagne che circondano l'Alto Garda, la statua in bronzo di Giovanni Segantini eseguita da Renato Ischia nel 1999, che indica con la mano destra il luogo in cui sorgeva la sua casa sul fiume Sarca.

Al termine di via Segantini, nel cuore dei giardini centrali di Arco, un'altra statua celebra la figura di Giovanni Segantini. È l'omaggio che la città di Arco fece all'illustre concittadino poco dopo la sua morte, negli stessi anni in cui a Maloja, città d'adozione dell'artista, vide la luce l'altro monumento commemorativo (La bellezza liberata dalla materia - a Giovanni Segantini) destinato alla tomba di Segantini e oggi all'ingresso del Segantini Museum di St. Moritz. La statua in bronzo, che restituisce un'immagine tradizionale di Segantini in abiti da montagna in piedi su un profilo roccioso con in mano una tavolozza di colori, venne eseguita come quella di St. Mortitz dallo scultore Leonardo Bistolfi, grande amico di Segantini, e inaugurata solennemente il 24 ottobre 1909.

Dal canto suo Segantini non recise mai il legame con la città natale, pur avendo lasciato Arco nella prima infanzia, e nelle sua consistente corrispondenza con il Trentino si ritrova tutto l'affetto per la sua terra, così ricordata: Benchè sia partito dal mio paese natale che non avevo ancora cinque anni, pure questo mi è rimasto negli occhi, nella mente e nel cuore come se l'avessi lasciato ieri. Il ricordo del mio paese mi accompagnò sempre nella mia triste infanzia, e fu come il sole interno, la cui luce è ancora quella che illumina l'anima mia.