Bibliografia
Nicodemi 1958; Archivi 1968, II.10; Gozzoli 1973, n. 15; Giovanni Segantini 1978, p. 146 n. T.2; Quinsac 1982, n. 185; Segantini 1987, pp. 74, 75 (ill.); Giovanni Segantini 1990, p. 68, n. 5; Segantini 1999, pp. 82 (ill.), 222; Giovanni Segantini 1999, pp. 8 (ill.), 45; Stutzer, Wäspe 1999, p. 79 (ill.); Giovanni Segantini 2008, pp. 90, 91 (ill.); Giovanni Segantini 2011, pp. 126-127 n.50; Segantini 2011, p. 150 (ill.); Segantini 2014, n. 9, pp. 128, 130 (ill.), 288; Segantini e Arco 2015, p. 14 (ill.); Stutzer 2016, pp. 58, 59 (ill.); Giovanni Segantini 2021, pp. 82, 83 (ill.).
Esposizioni
Arco 1958; Kobe, Tokyo, Hiroshima, Takasaki, Kita-Kyushu 1978; Milano 1979; Trento 1987; Zurigo-Vienna 1990-1991; Arco 1999; Trento 1999-2000; Arco 2008; Basilea 2011; Shiga 2011; Milano 2014-15; Arco 2015; Saint Moritz 2021; Arco 2021-2022.
Scheda opera
Primo autoritratto noto dell’artista, la piccola tela è da riferire all’epoca degli esordi attorno al 1879 e recupera i moduli tipici della ritrattistica di impianto tardo-romantico con la posa di tre quarti e il topos dello sguardo rivolto verso l’esterno a suggerire un momento di ispirazione.
Dal punto di vista pittorico il dipinto mostra l’adesione di Segantini ai moduli della pittura lombarda degli anni Settanta: distante dalle atmosfere introspettive della ritrattistica scapigliata e del ductus cremoniano e ranzoniano, si lega invece alla linea più schiettamente naturalista. La costruzione e la restituzione del volume è tutta affidata al colore tramite una stesura sintetica, come si può apprezzare nei dettagli degli abiti, nel fiocco – costruito su una variazione di intensità di valore del tono ceruleo –, nella resa della capigliatura o nelle riassuntive pennellate bianche che restituiscono la camicia e caratterizzate da una certa evidenza materica. Più delicata e fusa è, invece, la stesura cromatica del volto realizzata tramite la sovrapposizione, su un fondo più liquido e uniforme, di veloci pennellate più corpose che segnano i rialzi cromatici e luministici come si può apprezzare nelle più materiche lumeggiature degli occhi o nella linea di luce che rileva il naso.
(NICCOLO’ D’AGATI)