Testa di Vacca

Testa di Vacca

Giovanni Segantini
1892, olio su tela, 55 x 68 cm
Arco, Collezione Comune di Arco - Galleria Civica G. Segantini



Bibliografia

Exposition 1913, planche VIII; Archivi 1968, II, n. 296; Gozzoli 1973, n. 336; Quinsac 1982, n. 523; Segantini e Arco 2015, pp. 40-41; Giovanni Segantini 2017, p. 68 (ill.)



Esposizioni

Saint-Moritz 1913; Arco 2015; Aosta 2017; Arco 2021-2022



Scheda opera

L’opera è stata esposta per l’ultima volta a Saint-Moritz nel 1913: da questa data segue un silenzio espositivo di quasi un secolo fino a quando, nel 2015, la tela viene nuovamente proposta in mostra alla Galleria Civica G. Segantini ad Arco. Il dipinto, datato al 1892, è stato ricondotto in letteratura alla genesi de L’ora mesta: la tela costituisce uno studio specifico dei valori cromatici e luministici, probabilmente studiati sul vero e successivamente rielaborati, della testa della mucca che ritorna, specularmente, nel dipinto successivo. Lo sfondo, nella sezione alta del quadro, differisce completamente da quello che si trova in L’ora mesta, dov’è rappresentato un cielo al tramonto. Quello che circonda la testa di vacca, infatti, presenta dei tratti indefiniti, come se l’artista avesse voluto isolare il particolare anatomico dell’animale inserendolo in un contesto indeterminato per studiarlo individualmente.

In Testa di vacca è evidente l’impiego, da parte di Segantini, della tecnica divisa con un ductus pittorico più libero e mosso, differente da quello più composto e lenticolare dell’Ora mesta, caratterizzato da pennellate più ampie che si articolano con estrema disinvoltura e vivacità materica nel rendere i valori luminosi e cromatici di massima. Come accade in altre opere coeve e successive, Segantini ricorre in questo lavoro ad un ampio uso dell’oro in foglia che affiora attraverso l’articolata tessitura delle pennellate.

(MARIA ELENA BERARDINELLI)