Bibliografia
Segantini 2018, pp. 46-47 (ill).
Esposizioni
Arco 2017-2019; Arco 2021-2022
Scheda opera
Benché già in occasione della mostra del 1880 Segantini si presentasse con alcuni paesaggi puri, come sembrerebbe essere stando alle recensioni il Redefossi, durante l’epoca briantea le opere di questo genere sono piuttosto rare e prevalentemente di piccolo formato, fatta eccezione per alcuni lavori come Tramonto a Pusiano (Milano, Galleria d’Arte Moderna). Questa tavola, riferibile al 1884 circa, può essere letta come uno studio dal vero della campagna briantea condotto durante le ore serali. Segantini struttura la composizione del dipinto secondo direttrici verticali e orizzontali: il prato occupa la maggior parte della superficie ed è separato dal cielo da una linea ondulata di andamento orizzontale sulla quale si innestano tre alberi che costituiscono le linee verticali. L’albero sulla destra, in primo piano, oltre a dare profondità al dipinto legando il primo piano e il fondo, si inserisce nella sequenza determinata dagli arbusti sullo sfondo, per cui si delineano delle aree di colore di ampiezza regolare tra i tronchi che segmentano il cielo in cinque sezioni. La pittura è condotta prevalentemente a impasto con pennellate cariche di colore che conferiscono un effetto molto materico alla pellicola pittorica. Osservando il tronco dell’albero in primo piano si può osservare come le lumeggiature siano condotte con una pennellata carica che rilascia tocchi di colori puri sovrapposti. Il cielo è diviso in due parti che differiscono per la consistenza della pittura e suggeriscono due diverse condizioni atmosferiche: la sezione che si staglia sulla linea dell’orizzonte è resa attraverso una pennellata più fusa, per cui si avverte la presenza di nubi o nebbia, mentre la porzione più alta è più limpida ed è caratterizzata dalla stessa pennellata materica che contraddistingue il prato.
(MARIA ELENA BERARDINELLI)