A Messa ultima

A Messa ultima

Giovanni Segantini
1886-1887, Olio su tela, 35,5x28,5 cm
Arco, Comune di Arco - Galleria Civica G. Segantini



Bibliografia

Dipinti del XIX secolo 1988; La Scapigliatura 2020, p. 125 (ill.), n. 77



Esposizioni

Milano 1988; Lecco 2020-2021



Scheda opera

Realizzata attorno al 1887, all’epoca delle prime sperimentazioni empiriche della tecnica divisa nel rifacimento dell’Ave Maria a trasbordo, la piccola tela presenta una riedizione del soggetto di A messa prima nella variante di A messa ultima, tema rielaborato ulteriormente da Segantini in un pastello, oggi disperso, risalente al 1892.

Rispetto al prototipo del 1885 la scena è fortemente ridimensionata e i valori spaziali mutati: l’architettura e la figura del prete, nel restringimento riavvicinato del punto di vista, assumono un ruolo maggiore, mentre i valori luministici e cromatici si accordano su gamme più calde, legate alla luce vespertina, con l’accentuazione del contrasto tra la scalinata, totalmente immersa nell’ombra, e la facciata ed il cielo segnati da una luce e rosata in un effetto di controluce. È questo contrasto che misura lo spazio e dona profondità alla fuga di gradini restituendo il lento incedere del prete che doppia la meditativa figura di A messa prima. Se in quest’ultima tela il pittore si concentrava sulla resa del valore emozionale della luce mattutina, in A messa ultima decanta il valore emozionale, lo stato d’animo del paesaggio, della luce, dell’atmosfera del tardo pomeriggio. Rispetto alla pittura ad impasto che caratterizza l’opera maggiore, nella versione in esame la materia pittorica è data con un ductus più minuto che lascia, in alcuni casi, evidenti le pennellate allungate di colore puro. Così il cielo azzurro è segnato da una varietà di veloci tocchi svirgolati che si iscrivono tra le sottili variazioni di azzurri, ora più fondi ora più schiariti, e i tocchi puri di rosati, gialli tenui, bianchi che fanno, letteralmente, vibrare la superficie pittorica restituendo nel complesso la verità della luce della vespertina. E la stessa vibrazione ricorre anche nelle zone in ombra: sono azzurre le ombre luminose delle volute, veloci pennellate azzurrognole di gradazione variata percorrono la balaustra e si affiancano alle luminescenze sbianchite e rosate su levigati e stondati bordi dei gradini.

(NICCOLO’ D’AGATI)