Segantini a Milano: la serie dei Navigli
Progetto espositivo a cura di Niccolò D’Agati
dal 11 novembre 2023 al 28 gennaio 2024 e dal 21 marzo al 12 maggio 2024 (dal 1. febbraio al 20 marzo 2024 aperto solo su prenotazione per gruppi e scolaresche)
MOSTRA
In occasione dell’ingresso della Nevicata (1880-1881) nelle collezioni della Galleria Civica Giovanni Segantini di Arco ci si propone di presentare il dipinto al pubblico attraverso un focus espositivo dedicato alla ricostruzione della serie dei dipinti segantiniani dedicati ai Navigli milanesi ed eseguiti tra il 1880 e il 1881, prima del trasferimento dell’artista in Brianza.
Il ricorso di Segantini al motivo iconografico del Naviglio risponde, oltre che alla diretta familiarità con la scena urbana del Naviglio di San Marco dove si trovava il suo studio, a un progressivo ritorno di interesse per la veduta paesaggistica di ambientazione cittadina nella Milano post-unitaria. Già dai primi anni Settanta artisti come Camillo Rapetti, Vespasiano Bignami e soprattutto Mosè Bianchi mostrano una inedita attenzione per il paesaggio urbano contemporaneo entro una dimensione che supera l’eredità della tradizione della veduta animata di derivazione romantica aprendo a una più immediata restituzione della vita cittadina.
Il rilancio di queste tematiche rispondeva, oltre che ad un interesse collezionistico, alle sperimentazioni linguistiche della pittura del tempo che, sulla scorta delle innovazioni introdotte da Filippo Carcano, Mosè Bianchi e Tranquillo Cremona, puntava ad una intensa vivacità di tocco e di tessitura cromatica sempre più tesa alla restituzione degli effetti luministici e cromatici colti sul vero secondo quella declinazione che si sarebbe definita come propria dell’impressionismo lombardo e che avrebbe trovato in autori come Emilio Gola e Leonardo Bazzaro – per limitarsi agli autori che maggiormente si sono dedicati alla tematica del Naviglio – dei punti di riferimento.
All’epoca del suo esordio, Segantini si muoveva all’interno di questo contesto d’avanguardia e la sua pittura rientrava nel solco di quello che i critici definivano l’avvenirismo pittorico, ossia una pittura centrata sulla resa dei valori cromatici e di luce, spesso basata su una pennellata sintetica, matericamente rilevata, dove l’intento descrittivo lasciava il posto a una più meditata indagine dei fenomeni luminosi. Questa sperimentazione, nell’ambito del paesaggio e della veduta urbana, si traduceva in un abbandono delle impostazioni scenografiche e delle lenticolari descrizioni proprie della tradizione romantica e post-romantica – da Giovanni Migliara ad Angelo Inganni a Luigi Bisi – a favore di una pittura tesa a restituire l’impressione d’ambiente, i giochi chiaroscurali, le sintetiche notazioni cromatiche.
La serie dei Navigli segantiniani risponde perfettamente a queste caratteristiche e la ricorrenza di questo tema nella sua produzione tra il 1880 e il 1881 è perfettamente in linea con quanto accade nell’opera di artisti a lui vicini, sia generazionalmente che per linguaggio, come Emilio Gola e Leonardo Bazzaro. Non stupisce, in tal senso, che proprio nel 1880, quando Segantini licenzia il Naviglio al Ponte di San Marco, il capolavoro della ritrattistica giovanile Il ritratto della Signora Luisa Torelli Tagliabue (Segantini Museum, St. Moritz) ed elabora le variazioni sui navigli innevati, il suo protettore e gallerista Vittore Grubicy De Dragon figuri quale proprietario nel Naviglio di San Marco esposto da Leonardo Bazzaro all’annuale esposizione braidense. A questa mostra era presente anche il pittore arcense con un dipinto, oggi purtroppo disperso dal titolo El Redefoss, una veduta del naviglio al tramonto sempre di proprietà di Vittore Grubicy. Non è improbabile, considerando questi elementi, che fosse proprio il gallerista a sollecitare sia gli artisti a lui legati a realizzare dipinti dedicati ai canali d’acqua milanesi che rispondevano, con ogni evidenza, ad un apprezzamento del mercato e meglio si prestavano all’estrinsecazione delle ricerche pittoriche centrate sulla luce e il colore. Proprio l’opera recentemente acquisita dalla Galleria Civica di Arco, Nevicata, conferma questo legame: il dipinto fu, infatti, esposto per la prima volta nella primavera del 1881 presso le sale della Galleria Grubicy in occasione della prima mostra personale dell’artista.
Al fine di offrire ai visitatori un percorso utile a ricostruire la serie segantiniana dedicata ai Navigli e il contesto entro il quale si sviluppa questa ricerca pittorica, la mostra-dossier intende presentare le cinque opere del pittore arcense che maggiormente permettono di apprezzare le specificità linguistiche e l’elevato livello di sperimentazione della pittura segantiniana di quel momento: il Naviglio al ponte di San Marco (1880; coll. privata), il Ritratto della Signora Torelli (1880; Segantini Museum, St. Moritz), Naviglio sotto la neve (1881; coll. privata), Naviglio di San Marco (1881; Civica Galleria G. Segantini, Arco) e Giovane donna in Via San Marco (1880-1881; coll. privata). Questi lavori, dove alla veduta paesaggistica urbana improntata al gusto moderno della tranche-de-vie si affiancano le variazioni ritrattistiche, saranno accostati a materiali illustrativi e documentari che offriranno al visitatore una contestualizzazione storica e geografica del Navigli milanesi in rapporto alle opere esposte.
GRAZIE A
Segantini Museum St. Moritz
Fondazione Otto Fischbacher – Giovanni Segantini Stiftung, St. Moritz
MART – Museo di Arte Contemporanea di Trento e Rovereto
Cassa Rurale Alto Garda – Rovereto
Galleria Bottegantica, Milano
Quadreria dell’800, Milano
Enrico Arte, Alassio SV
Gallerie Maspes, Milano
Archivio Pompeo Mariani, Milano
Collezionisti privati
VIRTUAL TOUR 3D
OPERE IN MOSTRA
Paesaggio montano (Val Bregaglia)
Giovanni Segantini1878-1880
Olio su cartone, 47,5x27 cm Archivio Pompeo Mariani, Milano – Associazione per lo studio , la tutela e la valorizzazione dell’Archivio e dell’Opera di Mosé Bianchi Pompeo Mariani Elisabetta Kellera, in deposito presso la Galleria Civica G. Segantini, Arco